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CALENDARIO
ESCURSIONISTICO 2018
(clicca
sulla scritta blu del titolo
per leggere le relazione dell'uscita)
per maggiori informazioni
scrivete al nostro indirizzo e-mail
info@gem-mozzo.it
Giovedì
18 gennaio: assemblea ordinaria Soci GEM
Consueto appuntamento annuale che raduna attorno ad un tavolo
i Soci del Gruppo e coloro i quali per il Gruppo, si occupano
direttamente di organizzazione, di preparazione, di programmazione.
È un'occasione molto importante perché ci si può
confrontare, aggiustare il tiro sulle scelte che il Consiglio
si propone di realizzare e molto altro ancora.
Le scelte del Gruppo e la sua attività dipendono anche
da questo incontro: ecco perché è importante non
mancare.
Sabato
20 gennaio: Campelli di Schilpario
Panorama mozzafiato, in una valle con montagne dolomitiche,
per una bellissima e facile camminata di circa 1h30 - 2h.
Per raggiungere i Campelli (fino al passo omonimo) occorre arrivare
a Schilpario, e proseguire con la strada per il passo del Vivione
fermandosi alla curva dove c'è la sede del campo avventura
(località Fondi).
Lasciata l'auto, si entra nel bosco per raggiungere prima il
rifugio Cimon della Bagozza, da cui proseguire poi raggiungere
la malga bassa di Campelli dove si apre un primo ampio pianoro
(circa 60 minuti dai Fondi).
Altri 30-40 minuti per arrivare alla malga alta dei Campelli,
dove si aprono i pianori alti e dove si può godere di
uno splendido panorama circondati da montagne dominate dall'inconfondibile
silhouette del Cimon della Bagozza.
Avvicinamento facile, senza pendenze significative e adatto
a tutti, percorribile vista la stagione, con ciaspole o sci.
Sabato
10 febbraio: Monte Guglielmo (m 1948) da Pezzoro
l nome originario assegnato alla montagna è quello in
lingua lombarda, Gölem, erroneamente italianizzato in Guglielmo
almeno dal secolo XVII, quindi, senza alcun riferimento al nome
proprio di persona.
Il toponimo è infatti il corrispondente lombardo dell'italiano
"colma" (dal latino culmen, culmine), ossia una montagna
di media altezza con vetta priva di vegetazione e dai versanti
poco impervi.
Il Gölem si trova a cavallo della dorsale che divide il
solco della media Val Trompia dal bacino del Lago d'Iseo. La
montagna culmina nel Dosso Pedalta (m 1957), massima elevazione
della corona di montagne attorno al Sebino, ma la vetta del
Gölem propriamente detto si trova poco più a sud,
e prende il nome di Cima di Castel Bertino (1948 m), sulla quale
all'inizio del XX secolo è stato eretto un imponente
monumento al Redentore.
Tra le vette minori che compongono la lunga e discontinua dorsale
del Guglielmo si ricordano la Corna Tiragna (m 1857) a sud-est,
la Punta Caravina (1847 m) a nord-ovest, il Monte Stalletti
(1717 m) ad est.
Sia il Dosso Pedalta che Castel Bertino si trovano all'interno
del comune di Zone sebbene i confini dei comuni di Tavernole
e di Gardone Val Trompia passino a poche decine di metri a est.
La montagna ha aspetto imponente e severo: facilmente identificabile,
in assenza di nebbie e foschie, da ogni angolo della Pianura
Padana centrale, troneggia sui rilievi circostanti le cui vette
raggiungono altezze di gran lunga inferiori.
Il versante meridionale si presenta spoglio e arido, mentre
le pendici occidentali sono ammantate da foreste di abeti sino
al limite della vegetazione arborea, collocato intorno ai 1650
metri.
Notevole il panorama che si può ammirare dalle cime:
nelle giornate limpide, specialmente d'inverno, si può
avere una vista d'insieme dell'intero arco delle Prealpi Lombarde,
fino ai grandi massicci alpini come l'Adamello e le Dolomiti
di Brenta; una veduta dall'alto di tutta la pianura lombarda,
sino agli Appennini che la chiudono a sud.
Sabato
24 febbraio: Pizzo Spino (m 960) da San Pellegrino
(SPOSTATA AL 24 MARZO)
L'escursione presentata in questa sede si svolge lungo il crinale
che divide la Val Brembana dalla Val Serina, tocca due cime
(il Pizzo Rabbioso e il Pizzo Spino) e attraversa ambienti molto
panoramici.
È una perfetta escursione da fare a fine inverno-inizio
primavera.
Partendo dalla frazione Pregalleno di S.Pellegrino (350 m) si
sale lungo la Valle Valcava, si giunge alla Baita Valcava Bassa
e si prosegue passando sotto la Corna Maria.
Superate un paio di vallette si arriva al colle; da lì
si scende una decina di metri fino ad incrociare il sentiero
597.
Si prende il tracciato di destra e superate alcune baite e pascoli
si arriva appena sotto la cresta; tenendo sempre la destra si
scende un piccolo colle per poi risalire fino al Pizzo di Spino
(960 m).
Sabato 17 marzo: Cima Comer (m 1280) e Eremo S. Valentino
(E) (SOSPESA CAUSA MALTEMPO)
Il monte Comer fa parte dell'articolato comprensorio montano
dell'entroterra gardesano; è una cima, che per la sua
collocazione, a balcone sul lago, è di grande interesse
panoramico.
Arrivati a Sasso di Gargnano si attraversano i caratteristici
vicoli del paese fino ad arrivare ad una fontana da cui dei
cartelli segnaletici indicano direzione Eremo San Valentino
e Cima Comer lungo il sentiero 31.
Dopo breve si entra nel bosco, il sentiero inizia a salire fino
ad arrivare ad un punto panoramico sul lago di Garda.
Proseguendo si giunge ad un bivio da cui è possibile
proseguire a sinistra su facile sentiero fino a Cima Comer oppure,
a destra, verso l'eremo di San Valentino e dall'eremo con sentiero
attrezzato fino a Cima Comer.
Seguendo a destra si giunge in pochi minuti ad una porta di
legno che indica l'ingresso all'eremo di San Valentino: da non
perdere la visita all'interno della chiesa.
La fatica della salita è appagata dalla splendida vista
del lago e del monte Baldo e dal silenzio che rende questo posto
unico.
Subito dopo inizia l'erto sentiero attrezzato che conduce verso
Dito e Cima Comer.
Il cordino metallico aiuta la salita e dopo pochi tornanti si
giunge ad un nuovo punto panoramico chiamato Pulpito.
Da qui si prosegue per la cima Comer che si raggiunge in circa
un'ora di rapida salita nel bosco.
Si arriva prima ad un osservatorio panoramico sul lago di Garda
e poi alla croce posta sulla sommità della cima.
Il ritorno avviene per il primo tratto sullo stesso sentiero
preso per raggiungere la cima; entrati nel bosco si segue poi
indicazione per il rifugio degli Alpini di Gargnano dal quale
poi in circa un'ora si raggiunge il paese Sasso.
Sabato
14 aprile: Monte Suchello m 1541 dalla Val Vertova
Una bella, tranquilla e sorprendente escursione al monte Suchello,
una divertente montagna piramidale nella media val Seriana,
a cavallo tra la selvaggia Val Vertova e la ridente Val Serina,
che offre un bel panorama sulla Val Serina, la Val Seriana e
sul maestoso versante sud del Monte Alben.
Il Monte Suchello è situato nella Val Serina, nel comune
di Costa Serina, ed è caratterizzato dalla forma a tre
punte e dal bosco che lo ricopre fino in vetta.
La nostra escursione inizierà dalla Val Vertova è
uno dei luoghi più selvaggi e solitari delle Prealpi
Lombarde.
Questa si stacca dalla Val Seriana e s'addentra per 12 km fino
alle pendici meridionali dell'Alben.
Il percorso inizialmente si svolge su ampia mulattiera acciottolata
ed è molto suggestivo, ma il tratto più spettacolare
è al termine di essa, quando questa diventa sentiero
e sale abbandonando il fondovalle. Proseguendo invece per qualche
decina di metri, la valle si stringe ulteriormente formando
uno spettacolare canyon. L'accesso a questo tratto è
sbarrato da una grata che si aggira "a sbalzo" facendo
attenzione di non finire in acqua. Oltre si guada e si prosegue
nel canyon lungo una passerella in cemento e quando questo ridiventa
praticabile, si guada nuovamente e si ritorna sul sentiero principale
nel luogo delle "Sorgenti". Nei periodi di magra è
qui che l'acqua inizia a sgorgare dalla ghiaia e forma il torrente.
Sabato
5 maggio: Monte Legnone (m 2609) da Dervio (SPOSTATA
AL 7 LUGLIO)
Il Monte Legnone è la cima più alta della provincia
di Lecco e del settore più occidentale delle Alpi Orobie.
La vetta del Legnone si eleva a punto tale da essere chiaramente
visibile da Milano e dalla Brianza.
Di bella forma piramidale con linee regolari, rappresenta il
poderoso pilastro d'angolo tra il bacino del Lago di Como e
la Valtellina, separando quest'ultima dalla Valvarrone, solco
vallivo adiacente alla Valsassina.
Non risulta alpinisticamente molto interessante, dacché
formata su tutti i suoi versanti soprattutto da sfasciumi ad
eccezione del versante nord, che sprofonda per quasi 2.500 metri
sulla piana di Delebio, peraltro in modo piuttosto irregolare
e senza una vera e propria parete rocciosa.
È però assai frequentato dagli escursionisti,
anche perché la vetta offre in assoluto uno dei migliori
panorami della Alpi Centrali, non avendo alcuna sommità
di simile altitudine nelle vicinanze e protendendosi sul lago
e sulla bassa Valtellina tanto da restare isolata rispetto alla
cresta orobica di cui è parte.
Nel massiccio del Legnone è presente una cima secondaria,
posta ad occidente della vetta principale, che prende il nome
di Legnoncino (1.711 m).
La via normale di salita, abbastanza facile, è sul versante
della Val Varrone, ha inizio dal rifugio Roccoli Lorla e sale
quindi lungo il crestone ovest.
Alcuni passaggi presso la cima sono attrezzati con corde fisse
per agevolare la salita.
Un altro itinerario percorre la facile cresta sud-est, con partenza
dai rifugi Alpe Scoggione o Alpe Legnone.
La cresta si raggiunge alla Bocchetta alta del Legnone (2395
m), sullo spartiacque orobico, per una strada militare. Essa
presenta alcuni interessanti manufatti di trincea risalenti
alla Prima guerra mondiale, parte di una seconda linea difensiva
italiana che sarebbe diventata "prima" in caso di
sfondamento della linea di combattimento attestata sui monti
del gruppo Ortles-Cevedale.
Itinerari segnalati più impegnativi risalgono direttamente
dal rifugio Alpe Scoggione: la Direttissima comporta il superamento
di brevi passaggi di arrampicata fino al III grado.
Domenica
20 maggio: Mare/Montagna
Nel mese di maggio è ormai consolidata l'escursione che
unisce in qualche modo, due mondi estremamente diversi: il mare
e la montagna.
Abbiamo esplorato sentieri lungo le due Riviere liguri, ci siamo
spinti lungo alcuni sentieri delle Apuane e sempre abbiamo scoperto
luoghi interessanti, ricchi di storia, di cultura, borghi sperduti
nell'entroterra o sulle rive del mare e attività particolari
come i cavatori di marmo o più ancora i "norcini"
con il loro squisito lardo di Colonnata.
Mondi apparentemente lontani, ma che in comune hanno la bellezza
della Natura che in modi diversi si esprime in tutta la sua
potenza.
Anche quest'anno quindi, torneremo ad ammirare il mare dalle
alture prospicienti, cercando ancora una volta ti scoprire l'interesse
che può suscitare questo connubio "Mare-Montagna".
Il programma esatto verrà comunicato a tempo debito attraverso
le pagine del sito.
Sabato
9 giugno: festa GEM al Linzone
L'incontro sul Linzone, è l'appuntamento fisso di inizio
giugno che non può mancare nella programmazione delle
attività del Gruppo che ci vede raccolti in questa occasione
attorno alla grande Croce di vetta posta negli anni 60 ad opera
dell'allora Gruppo Alpinistico Crocette.
Giovani e meno giovani, amici nuovi ed abituali, tutti percorreranno
i numerosi sentieri che portano alla cima: i più allenati
arriveranno dal paese sottostante, chi vorrà camminare
meno potrà partire da Valcava. Altri raggiungeranno la
vetta a "bordo" di fiammanti mountan bike, amici sconosciuti
saluteranno dall'alto, sospesi nell'aria con il loro parapendio.
Ognuno a modo proprio, ma tutti ci ritroveremo in un contesto
naturale splendido, su questa ampia cima che da un lato si affaccia
sulla pianura e dall'altro lascia scoprire le prime creste e
le prime vallate delle nostre splendide Orobie.
Sabato
16 giugno: Rifugio Occhi all'Aviolo (m 1930) / Bivacco Valerio
Festa (m 2320) da Vezza d'Oglio
La Val Paghera è una valle alpina del parco dell'Adamello,
tributaria laterale meridionale della Valle Camonica.
Si trova tra i comuni di Vezza d'Oglio ed Edolo ed è
percorsa dal torrente Paghera che sfocia nell'Oglio all'altezza
di Vezza d'Oglio.
Il suo imbocco si trova a 1100 m di quota nel paese di Vezza
d'Oglio mentre la testata è data dal Corno Baitone a
3330 m di quota nel comune di Edolo.
È una valle molto estesa percorsa interamente dal torrente
Aviolo che da nome al suo Lago ed alla Valle tra il lago stesso
ed il Corno Baitone.
La nostra escursione parte da Vezza d'Oglio dove poco prima
del paese (ancora in auto) si seguono sulla destra le indicazioni
per la Val Paghera / Rifigio Aviolo: circa 6 km su una stretta
strada di montagna ci portano al Rifugio alla Cascata, dove
poco dopo la carrozzabile termina con un parcheggio nei pressi
della teleferica a 1495 m di quota.
Imbocchiamo il sentiero con segnavia n.21 che da subito si inerpica
nel bosco di abeti; molti gradoni su un sentiero ben tenuto
spesso anche con tronchi ben posizionati, ci permette di salire
in un fitto cespuglieto per poi sbucare in un ripido canale
sassoso percorso da un torrente.
Poco dopo si arriva attraverso un pianoro alla galleria dell'Enel
dove prendiamo a sinistra per arrivare così poco dopo
al Rifugio Occhi all'Aviolo.
Il Rifugio è situato nei pressi dell'omonimo laghetto
e della sua splendida conca a circa 1930 m di quota, ai piedi
della parete nord del Baitone (m 3300) e del versante est del
Monte Aviolo (m 2881).
Dal settembre 2003 il Rifugio è stato intitolato alla
memoria di Alessandro Occhi, tragicamente scomparso l'anno prima
a causa di una slavina su una cascata di ghiaccio in Val Grande.
Abbandonato il lago, fiancheggiando il torrente Aviolo dopo
un breve tratto pianeggiante sul fondo valle dove incontriamo
anche la Malga Aviolo, inizieremo a salire rapidamente zigzagando
sul lato destro della vallata sino a raggiungere il Passo Galinera
(2319 m) segnato da una targa commemorativa che ricorda un tragico
incidente del 1949 che fa ricordare la prudenza ed il rispetto
che si deve avere in montagna.
Continuiamo verso sinistra con un sentiero esposto sul sottostante
versante prativo del monte.
Sono gli ultimi metri e li percorriamo il leggera salita facendo
molta attenzione: in questo tratto, come pure tutto intorno
al bivacco, i precipizi sono veramente notevoli.
Bellissimo il panorama sulle cime che lo circondano e sulle
sottostanti vallate.
Sabato 7 luglio: Pizzo Tambò (m 3279) dal Passo dello
Spluga (SOSPESA)
Il Pizzo Tambò è la cima più alta della
catena Mesolcina che, staccandosi dalle Prealpi Luganesi verso
Nord, ha termine in corrispondenza del Passo dello Spluga, determinando
il confine tra l'Italia e la Svizzera (Canton Grigioni).
La sua mole rocciosa è formata prevalentemente da rocce
metamorfiche di solidità digradante dalla base verso
la vetta, poco sotto la quale si trova anche una piccola porzione
di dolomia.
È formata essenzialmente da tre versanti: il versante
nord, svizzero, che scende sulla Tamboalp in territorio di Splügen,
presentando una piccola vedretta ormai in quasi completo disfacimento
(Tambogletscher) ed un lago che ne raccoglie la fusione; il
versante occidentale, ancora svizzero, tanto scosceso quanto
sovente sfasciumato e del tutto deglacializzato, del quale fa
parte anche la incassata parete sud-ovest che cela alla sua
base la minuscola "Vedretta del Tambò"; il
versante orientale, italiano, che digrada piuttosto interrotto
ma senza vere e proprie pareti sul Passo dello Spluga e sul
bacino di Montespluga, presentando la più cospicua Vedretta
della Spianata.
Verso sud la vetta digrada trasformandosi in una cresta ricca
di vette secondarie (Pizzo Zoccone[1], la più rilevante)
e andando a congiungersi alla struttura rocciosa del Gruppo
del Ferrè.
È sostanzialmente impossibile stabilire quando avvenne
la prima "vera" ascensione alla vetta del Tambò:
la relativa facilità di salita del versante orientale
può far senza dubbio supporre l'arrivo sulla sommità
di altri prima del conquistatore "ufficiale", Johann
Jacob Weilenmann con guida, nel luglio del 1859, proprio da
quel versante.
Essendo la più alta vetta della regione e dunque offrendo
un panorama eccezionale, essa è assai frequentata alpinisticamente,
d'estate e d'inverno; la via "normale" di salita,
che impone qualche cautela solo sulla breve cresta finale di
roccioni e sfasciumi che adduce alla vetta, viene fatta iniziare
generalmente dalla dogana italiana del Passo dello Spluga, e
percorre interamente il crestone orientale, transitando a lato
della tozza sommità del Tamborello (o Lattenhorn); è
possibile salire anche dal versante svizzero (nord), in questo
caso la via si congiunge a quella italiana appena sotto la citata
cima del Tamborello.
Sabato
21 luglio: periplo della Corna Piana da Valcanale
(SPOSTATA AL 28 LUGLIO)
Escursione interessante che riunisce diversi tipi di terreno
e paesaggio: si va dalla abetaia fresca e ombrosa, ai pascoli
aperti, dal lago di media montagna, al passo alpino, dal ghiaione,
alla cresta esposta.
La Corna Piana è una montagna delle Prealpi Bergamasche
situata a cavallo tra la Val Brembana e la Val Seriana.
La sommità è formata da una cresta sulla quale
spiccano le due vette che si trovano una all'estremità
est e l'altra, la più alta, a ovest.
La cima est raggiunge i 2226 metri, mentre quella ovest è
alta 2302 metri.
A sud della Corna Piana è situato il Pizzo Arera, mentre
a nord una lunga e sottile cresta la collega al Corno Branchino
e, più a nord, al Monte delle Galline.
Un avvallamento formatosi tra il rilievo della Corna Piana e
il Corno Branchino ospita il Lago Branchino, laghetto alpino
di modeste dimensioni alimentato dallo scioglimento delle nevi
e dall'acqua piovana.
Sul lato ovest della Corna Piana passa il Sentiero dei Fiori,
un sentiero che da maggio a giugno vanta la presenza di svariati
tipi di fiori.
Sabato
25 agosto: Madonnina al Pietra Quadra da Roncobello
Sempre molto partecipato questo appuntamento di fine agosto
che vede incontrarsi nella valletta sottostante la cresta del
Pietra Quadra ove è collocata la statua della Madonnina,
decine e decine di persone.
Buona parte di queste raggiungono con non poca fatica l'aerea
cresta della montagna, dove in posizione dominante è
collocata la bianca statuetta della Vergine, mentre poi tutti
assistono alla celebrazione della Santa Messa officiata ai bordi
del laghetto, splendida perla in questa bellissima cornice montana.
Come da tradizione poi, anche il corpo dopo lo spirito, gode
della festa e quindi ecco comparire quasi d'incanto dagli zaini
(che sembrano sempre piuttosto pesanti e ingombranti), file
interminabili di cotechini, bottiglie di vino, formaggi, torte,
dolcetti, ecc., ecc.
Il bello della festa però, è quello di essere
tutti insieme, in tanti a condividere le stesse emozioni e sensazioni,
soprattutto se in questo si è aiutati anche da una bella
giornata.
Questo appuntamento è organizzato in collaborazione con
il Gruppo Alpini di Mozzo e quello di Roncobello.
14
- 15 - 16 Settembre: Dolomiti
Statisticamente settembre si è sempre dimostrato un ottimo
periodo per andare in montagna: tempo in genere più stabile,
giornate ancora lunghe, temperature più gradevoli e magari
qualche colore autunnale che inizia a colorire i boschi.
A questa proposta, la fantasia si è scatenata e non è
stato difficile trovare mete anche ambiziose che potessero soddisfare
qualsiasi aspettativa.
Tuttavia bisogna anche evitare che la scelta siano particolarmente
selettiva con il rischio di soddisfare i pochi e escludere i
molti.
Ecco allora che dopo numerose valutazioni si è deciso
di tornare ancora una volta in Dolomiti per trascorrere tre
giorni nei quali raccogliere il consenso e la soddisfazione
di tutti coloro i quali vorranno partecipare.
Abbiamo scelto le Dolomiti perché questo ambiente al
di là delle indiscutibili bellezze naturali, ben si presta
a soddisfare ogni esigenza.
Dal semplice turista che desidera visitare luoghi e monumenti,
a chi desidera solo passeggiare con tranquillità lungo
comode strade forestali, a chi vuole salire in quota verso accoglienti
rifugi o caratteristiche malghe a chi invece vorrà cogliere
dopo lunghe salite l'ebbrezza delle cime più alte, tutti
ne siamo certi, avranno modo di soddisfare le proprie aspirazioni.
L'area scelta come base per questa proposta è la Val
di Fassa, ma il programma particolareggiato verrà definito
nel corso dell'anno: per ogni informazione rivolgersi sempre
in sede tutti i giovedì dalle 21,00.
Sabato
6 ottobre: Vigna Vaga (m 2332) - Pizzo di Petto (m 2270) da
Lizzola
Escursione bellissima, lungo un bel tratto del rinomato sentiero
delle Orobie, con varietà di paesaggio uniche; ad ogni
colletto che si oltrepassa, il panorama e l'andamento dell'escursione
cambiano completamente.
Il periodo migliore è sicuramente l'autunno, con i suoi
colori, luci e silenzi.
Per salire al Vigna Vaga esistono molte possibilità,
ma questa traversata da Nord verso Sud è decisamente
il percorso più appagante, con aspri paesaggi dolomitici
che si alternano a bucoliche praterie.
In una tiepida e solitaria giornata autunnale si sosterrà
volentieri in vetta ad ammirare la cerchia delle Alpi Orobie;
unica accortezza salire prima che il gelo e le nevicate autunnali
rendano difficoltosa la ripida salita sulle chine settentrionali
della Forcella che separa questa cima dal Pizzo di Petto, l'altra
importante cima che ci attende in questa entusiasmante cavalcata
sulle cime Orobiche.
Domenica
14 ottobre: 29° Trofeo Elisa - Luigi Masnada, gara di regolarità
a coppie
Con l'edizione del 2018 arriviamo al 29° appuntamento con
questa simpatica gara autunnale che ci permette di scoprire
e riscoprire sul nostro territorio percorsi di grande suggestione
in una cornice di colori propria della stagione.
La marcia di regolarità a coppie che caratterizza la
manifestazione è una piacevole occasione di ritrovo per
camminare insieme, per divertirsi insieme e perché no,
per provare ad avvicinarsi al tempo reale di percorrenza del
tragitto, lungo il quale è necessario adottare andature
diverse.
Questo non scoraggia nessuno e le sorprese sono sempre assicurate
al momento della proclamazione della coppia vincitrice, dove
l'esperienza delle passate edizioni ci dice che non esistono
limiti d'età per aspirare alla vittoria.
Tutto questo in attesa del 2019, quando festeggeremo la 30°
edizione del Trofeo Masnada che si preannuncia già ricca
di sorprese.
Sabato
10 novembre: Monte Cornagera (m 1312) da Aviatico
(SPOSTATA AL 17 NOVEMBRE)
Grazie alle sue pareti rocciose a ai suoi torrioni di roccia
dolomia, la Cornagiera è divenuta nel tempo un'ottima
palestra d'arrampicata.
Su questi pinnacoli si sono formati alpinisti quali i fratelli
Giuseppe e Innocente Longo e Garlini (ai quali sono intitolati
due torrioni), Agostino Parravicini e Carlo Nembrini.
Dalla sua vetta, nonostante la non eccezionale altitudine, è
possibile godere si un ampio panorama sulla Val Seriana e sull'altopiano
di Selvino-Aviatico e su gran parte delle principali vette orobiche:
dall'Alben alla Presolana fino alle cime più elevate
del Coca e del Redorta.
Volgendo lo sguardo verso ovest, sarà la mole del Monte
Rosa a dominare l'orizzonte.
In questo ambiente suggestivo, concluderemo il 29° anno
d'attività del nostro Gruppo e come sempre nell'allegria
generale, brindando con un ottima tazza di vin brulé
alle belle avventure appena concluse e a quelle che il nuovo
anno ci offrirà.
Domenica 25 novembre:S. Messa e pranzo sociale
Dopo un lungo anno di attività, è importante potersi
fermare un attimo per fare un punto della situazione, giudicare
il proprio operato e trarne il meglio per guardare al futuro
sempre con entusiasmo ed ottimismo.
Ecco quindi che la giornata del 25 novembre 2018 diventerà
l'occasione per un incontro tra Soci e simpatizzanti dove si
ripercorreranno le tappe dell'attività appena conclusa
in una cornice di festa e allegria.
La Santa Messa e poi il pranzo sociale, diventeranno occasione
per creare la giusta atmosfera, spirituale e conviviale per
stare insieme in serenità e scambiarci gli auguri per
le feste natalizie ormai vicine.
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