Sabato
28 Luglio - Periplo della Corna Piana - Corna Piana m 2302
Il periplo
della Corna Piana, è una delle escursioni più interessanti
delle nostre montagne per i diversi tipi di terreno e paesaggi che
caratterizzano l'ambiente e questo è dimostrato anche dai
numerosissimi incontri che si fanno su questi sentieri.
Vuoi che si arrivi solo fino al rifugio Alpe Corte con famiglie
e bambini o che si voglia camminare di più, c'è l'imbarazzo
della scelta.
Percorrendo la Valcanale oltre l'area del rifugio si può
arrivare al Rifugio Laghi Gemelli in Val Brembana attraverso l'omonimo
Passo, con tante belle cime che lo attorniano con il passaggio in
Val Sanguigno per una incredibile possibilità di itinerari.
Il nostro itinerario di oggi, ci porterà verso la Corna Piana
in zona Lago Branchino con una partenza un pò "al rallentatore".
Troviamo l'ultimo parcheggio già pieno, ci fermiamo quindi
a bordo strada, ma poi decidiamo di parcheggiare in una delle nuove
aree di sosta: se le hanno fatte!
Appena avviati, Francesco s'accorge d'aver dimenticato il cannocchiale
in macchina per cui torna a recuperarlo, ma poi finalmente si va
spediti verso la conca del Branchino in una giornata soleggiata
e calda (si sta bene all'ombra).
Siamo circondati da una marea di persone che tifano per gli atleti
della gara in corso; si tratta dell'Ultra Trail delle Orobie, una
corsa in montagna massacrante per skyrunner di razza, che si snoda
su due percorsi di 70 e 140 Km.
Chi è partito venerdì per il percorso più lungo
ha avuto il privilegio di vedere tra i monti il fenomeno dell'eclisse
lunare "la LUNA ROSSA" , anche se forse non ha potuto
apprezzare appieno questo evento in qualche modo offuscato dalla
concentrazione per la gara.
Ne vediamo parecchi di questi "Supermen" sul cammino superarci
con facilità: sembra quasi stiano volando rispetto al nostro
passo, ma in mezzo a questo frastuono e a questi incitamenti sembriamo
quasi noi i concorrenti.
Che passione!!
Superiamo la baita-studi del Nael, quella del Piero dei formaggi
dove a guardia troviamo due meravigliosi batuffoli di cagnolini
e via via giungiamo al laghetto alpino del Branchino formatosi nell'avvallamento
tra la Corna Piana e il Corno Branchino, alimentato solo da pioggia
e neve e quindi all'omonimo Passo.
E' una conca davvero meravigliosa in inverno con la neve e incantevole
d'estate.
Proseguiamo su sentiero pietroso ai piedi della nostra Corna fino
alla bocchetta della campanella dove la postazione si presta meglio
all'osservazione della gara e per questo invasa da tifosi.
Piccola sosta anche per noi; è sempre Francesco che si preoccupa
dell'amico davanti: "ce la fai tu?"
Cominciamo ad aggirare il nostro massiccio lasciando a destra il
sentiero normale per l'Arera e la corsa, portandoci al Passo della
Corna Piana che divide il nostro massiccio con quello più
maestoso dell'Arera.
Da qui seguiamo i piccoli ometti di pietra che indicano il percorso,
inizialmente normale, ma poi decisamente impegnativo appena sotto
la cresta.
Puntiamo alla cima principale di sinistra alta 2306 metri e abbastanza
tosta: non ci arriviamo tutti, ma la rappresentanza c'è.
Il paesaggio è bellissimo e sotto è tutto uno strapiombo.
Ci compattiamo per sosta pranzo verso le 12,30 appena sotto il Passo,
ci rilassiamo un attimo, ma non più di tanto anche se Francesco
si è messo in assoluta libertà: osserviamo il cielo
oltre che il panorama perché comincia a rannuvolarsi.
La discesa è abbastanza massacrante: ghiaioni e ghiaietto
a non finire per poi concederci un momento di respiro presso una
bella casetta con fontana e acqua fresca (l'unica nel ritorno) con
grande gioia di Francesco.
Ora il percorso cambia aspetto diventa addirittura asfalto una volta
arrivati ai vecchi impianti sciistici, però gli ultimi 10
minuti li facciamo con passo affrettato perché pioviggina
e come dice Bepi: il primo tuono è un avviso il secondo è
acqua, ma Francesco continua a gioire, gli va bene anche la pioggia.
Finalmente, doveroso caffè e doppia birra , m e r i t a t
i s s i m e.
Partiti da Mozzo alle 6, ci ritorniamo alle 17 come da programma
senza trovarci la temuta coda, dopo sette ore di montagna con un
dislivello di 1400 metri circa: splendido!
Alla prossima!
|