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Ottobre - Pizzo di Petto (m 2270) - Vigna Vaga (m 2332)
Programmata per il 6 ottobre la gita è stata spostata al
13 per il brutto tempo e bene abbiamo fatto perché oggi il
meteo è ottimo anche se la data è a ridosso del trofeo
Masnada che si svolgerà domani, 14 ottobre. Partenza ore
6,30 da Mozzo per Lizzola e inizio dell'escursione alle ore 8 circa;
ci da il buon giorno un gruppo di mucche sonnolenti ancora sdraiate
nel prato.
Ci avviamo lentamente per non disturbare la natura che si sta svegliando;
l'erba ancora bagnata ci ricorda che la notte è appena passata.
Al primo bivio pieghiamo a destra un po' per scorciatoie stando
quindi lontani dalla baita dell'Asta a 1730 m (siamo nella Valle
Stretta) ma impossibile non notare la chiesetta piazzata in bella
vista al Passo Manina. Raggiungiamo il sentiero 401 (Passo Manina-Albani)
che sale affrontando il pendio del Monte Sponda fino a raggiungere
la sella dell'Asta e qui l'erba è addirittura brinata.
Continuando, aggiriamo il pendio meridionale del Barbarossa fino
ad un'altra grande conca di pascoli ancora verdissimi; ci avviciniamo
al versante del Pizzo di Petto e in basso a destra facciamo fatica
a vedere il laghetto di Vigna Vaga, detto anche Spigorel, ormai
ridotto ad una misera pozza d'acqua.
Sosta per riprendere fiato perché adesso il sentiero risale
ripido zigzagando su un pendio di erba e sassi, laterale alla conca
dell'anfiteatro sottostante le nostre cime.
Siamo in ombra e il silenzio profondo ci drizza le orecchie: nessun
fischio di marmotta, saranno già in letargo lasciando le
loro tane aperte.
In lontananza un verso di rapace: scherziamo e pensiamo si tratti
della poiana salvata da Gigi qualche giorno fa sul monte di casa
nostra che è venuta a ringraziare (ma che sappiamo essere
in cura presso l'oasi del WWF della Val Parina).
Il pendio è piuttosto scosceso poi un tratto in piano e l'ultimo
che si impenna tra le rocce e serve l'aiuto della corda fissa per
superare l'intaglio per raggiungere il colletto-ingresso alla Val
Conchetta che sale da Colere, solitaria ma spettacolare.
Da qui, a sinistra, in poco raggiungiamo per tracce erbose la Cima
del Pizzo di Petto a quota 2270, meta classica per gli scialpinisti.
Torniamo al colletto e costeggiamo a destra la seconda cresta del
Pizzo di Petto alla testata della Conchetta fino al Passo di Fontana
Mora (2253 m), valico che segna il confine tra la Valle di Scalve
(Teveno) e la Valle Seriana (Gandellino).
Dal passo in 20 minuti di piacevole salita, perché questo
versante si presenta facile a differenza dell'altro che sprofonda
a picco, si raggiunge la cima del nostro Vigna Vaga a metri 2332
dove c'è una caratteristica semplice croce in legno, liscia
e ben verniciata di marrone; unica scritta MMV (2005).
Uno sguardo tutto intorno per godere del bellissimo panorama, il
vicino Ferrante e in lontananza il Pizzo Camino, il Pradella ecc.
ecc.
La temperatura è gradevole e siccome non è ancora
mezzogiorno decidiamo di pranzare dopo; meglio portarci fuori dai
tratti impegnativi e fermarci più in basso al comodo, giusto
per gustare un panino e qualche dolcetto.
Rientrati nei prati nelle vicinanze di Lizzola l'incanto del silenzio
è rotto da un gruppo di 25 "ragazzi" di mezza età
che inevitabilmente "cicalano".
Hanno fatto il loro giretto e scendono lentamente e gaiamente alle
macchine e curiosi ci chiedono: "ma cosa avete fatto? dove
siete andati voi?"
Ebbene noi abbiamo salito il Pizzo di Petto e il Vigna Vaga superando
un dislivello di 1074 metri secondo le cartine, ma considerando
i vari su e giù secondo i GPS al polso sono circa 1300 metri
impiegando 7 ore compreso soste.
Essendo la penultima gita del 2018 siamo felici di aver completato
questo giro bellissimo che diventerebbe complicato se solo ci fosse
un po' di bruma autunnale o pioggerellina.
Oggi invece è stato perfetto con una tipica atmosfera autunnale
che ci ha regalato colori bellissimi. Arriviamo a Mozzo senza traffico
alle 17,15.
Alla prossima!
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