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- 15 - 16 Settembre - Sentiero attrezzato Campanili del Latemar
Una settembrina superlativa, tre giorni nelle splendide Dolomiti
della Val di Fassa.
Eravamo decisi a tornare in questi luoghi e da tempo si pensava
al modo migliore di soddisfare le aspettative di tutti; indovinata
quindi la scelta di soggiornare in albergo, addirittura nel centro
del paese di Soraga, favorendo così diverse scelte escursionistiche/turistiche.
Un gruppo parte da Mozzo venerdì mattina ed approfitta subito
della buona giornata e comincia ad acclimatarsi facendo una escursione
verso il Passo San Pellegrino al rifugio-ristorante Fuciade (giusto
in località Fuciade) per gustare un pranzetto tipico trentino,
per poi con calma nel pomeriggio approdare al nostro albergo dove
si può usufruire di piscina e terme rilassanti.
In serata poi, arriva il resto del gruppo partito a metà
giornata e tutti ci accomodiamo alla tavola per la cena nell'accogliente
hotel.
Per bene, dopo cena definiamo il programma del grande giorno, quello
del sabato 15 settembre, che vedrà quattro persone del Gruppo
impegnate lungo la "Ferrata dei Campanili del Latemar".
Alcuni si fermeranno in paese per assistere alla festa "Desmonteada
de Soraga", ovvero il ritorno a valle del bestiame dai pascoli
e dalle malghe dei monti con l'imponente sfilata di carri e bestiame
fantasiosamente addobbati; quindi gran festa di colori con gruppi
folkloristici e bande musicali, aperitivi, mercatini, balli e ovviamente
cucina locale che si prolunga per tutta la giornata.
Altri saliranno al rifugio Torre di Pisa a oltre 2600 metri nel
gruppo del Latemar, mentre altri ancora decidono per un sentiero
ad anello a quota più bassa e godersi il panorama in maniera
più intimamente e in tranquillità.
Sono una delle quattro persone che percorreranno la ferrata dei
Campanili; partiamo dall'albergo poco prima delle 7,00 e con la
macchina saliamo a Pampeago sino all'arrivo della funivia Latemar
2015, incerti sulla possibilità di parcheggiare in quel luogo
anche se le varie relazione lo danno per possibile: forse rischiamo
la multa.
Ci avviamo su pista fino al rifugio Passo Feudo dove il tracciato
diventa sentiero (516) e pian piano dagli ampi pascoli ci si inerpica
decisamente fra gradoni, ghiaietta e rocce nere vulcaniche (un po'
scivolose all'ombra) fino al rifugio "Torre di Pisa" appollaiato
su un ampio balcone roccioso a 2671 metri.
In giro c'è solo uno dei rifugisti che alla nostra richiesta
ci informa che ci vogliono 5 ore per compiere il nostro giro.
Dopo brevissima sosta procediamo in mezzo a torrioni di varie sagome
fra cui ne spicca uno esattamente a forma di torre pendente come
la famosa Torre di Pisa (da cui il nome del rifugio).
Si scende di un centinaio di metri contornando la testata della
Valsorda ai piedi di belle cime e si risale alla Forcella dei Campanili
a mt 2612 dove comincia il nostro vero giro: stiamo per affrontare
la ferrata "Campanili del Latemar" per cui indossiamo
imbrago, casco e facciamo un respiro profondo: sento il cuore battere
forte e l'adrenalina salire.
Via si parte.
Il primo moschettone poi il secondo, inizialmente è un lungo
traverso da fare "faccia a faccia" con la roccia agganciandosi
alla corda fissa ben tesa tra un fittone e l'altro.
La parte attrezzata si alterna a lunghi tratti non attrezzati e
molto esposti, a salite divertenti nonché vari attraversamenti
di spaccature-intagli che obbligano a superare vuoti vertiginosi
regalandoti visuali paradisiache e allo stesso tempo impressionanti.
Un particolare attraversamento in discesa e strapiombante richiede
la massima attenzione.
Vedo brillare gli occhi dei componenti del gruppo per la stupenda
via ferrata, divertente, ma per nulla banale che si è rivelata
una appagante meravigliosa sorpresa in quanto la si conosceva solo
nelle relazione e nei video che circolano su internet, ma nulla
in confronto ad una realtà assolutamente da vivere.
Infine, una bella discesa adrenalinica fino al Bivacco Rigatti,
mt 2650, dove finisce la via ferrata.
Capogita è Maurizio che ovviamente è avanti, per vedere
e indicare i passaggi; secondo è Arturo il fotografo ufficiale
che immortala i nostri movimenti, la terza sono io, Anna, mentre
il quarto che chiude la banda è l'altro Arturo.
Percorriamo il sentiero in un'ora e mezza, come da tabella, su roccia
bella asciutta.
Rientriamo lungo il sentiero panoramico 18 che ritorna nell'ampia
testata (abbastanza frequentato ora) e osserviamo il percorso fatto,
visibile solo perché lassù alcune persone sono in
movimento.
Ci sono ancora più di 100 metri di dislivello per risalire
al rifugio Torre di Pisa ora molto affollato, dove dovremmo trovare
l'altro gruppo che invece però ha preferito portarsi più
sotto, al "Feudo", meno affollato.
Comunque è ora di mangiare qualcosa, le campane di mezzogiorno
le abbiamo sentite due ore fa nel bel mezzo dei
Campanili.
Dalla balconata del rifugio il panorama è superbo e ci si
rende ben conto dello strapiombo che separa la parte rocciosa dai
pascoli.
Obiettivo meritatamente raggiunto, e come dice Maurizio, il GEM
ha messo in tasca un'altra meta ambita, nientemeno che la "Ferrata
dei Campanili del Latemar".
Di ritorno in albergo troviamo piacevole la piscina e le terme che
ci rilassano e per un meritato riposo
Siamo davvero tutti estremamente felici per la bella ed intensa
giornata; ci si racconta e si partecipa alle varie emozioni vissute
tanto che per domani si potrebbe dire: "stiamo qui ancora un
giorno, anche fermi o a digiuno, facciamo il bagno nel torrente
Avisio, o
, ma va bene tutto, anche andare ancora a malghe
o ristoranti" e infatti per i 4 del mio gruppo è proprio
così.
Prima di abbandonare la Val di Fassa si visita il fiorilissimo e
ridente paese di Moena con mercatini e attività turistiche
domenicali e poi si va verso il rifugio Peniola dove si assaggiano
ancora succulenti specialità locali.
Ebbene sì, anche Anna fedele alla promessa di ieri, si è
seduta a tavola in compagnia; del resto oggi è il compleanno
di Arturo e quindi un'occasione in più per festeggiare: "Auguri"!
Si torna a Moena e direttamente a Mozzo salutati al confine tra
Trentino e Veneto da alcuni aerei in esercitazione che veloci e
bassi sfrecciano sulla linea dell'autostrada.
Altri invece sono tornati a Mozzo visitando prima l'incantevole
Lago Carezza, proprio sotto i vertiginosi Campanili del Latemar.
Una tre giorni intensa, bellissima con tempo sereno e poco nuvoloso,
con temperature molto gradevoli che sarà impossibile dimenticare.
Dislivello fino
al rifugio Torre di Pisa circa 800 metri; giro completo circa 1300,
ma non è importante: quello che conta è la meravigliosa
avventura vissuta in questo ambiente di straordinaria bellezza.
Alla prossima!
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