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USCITA GEM 2015 del 28 giugno al SASSO ROSSO
Partenza da Mozzo
ore 5, che levataccia, ma Carmine dice che "Ne varrà
davvero la pena".
Quindi affrontiamo le 3 ore di viaggio; Passo Tonale, Val di Sole
e poco prima di Madonna di Campiglio uscita per Folgarida fino alla
località Belvedere di Folgarida mt 1270.
Si prende la forestale in discesa per un bel pezzo, perché
i sentieri che tagliano il bosco sono chiusi per lavori vari, fino
al Pont del Pastin mt 1.213 che attraversa il torrente Meledrio
per risalire un tratto in bella pendenza fino ad incontrare il sentiero
329 che dovremmo prendere al ritorno: invece lo prendiamo subito
e proseguiamo nel folto del bosco. Una deviazione costruita per
superare una frana ci porta all'aperto dove cominciamo a vedere
la vallata nella sua lunghezza. Superiamo la piccolissima sorgente
dei "Tartari" ed ora il percorso comincia a variare: passa
tra l'erba alta, tra piccole radure, tra pietraie nonché
in un canalino attrezzato che sbuca poco dopo su un pratone.
E' bellissimo il contrasto delle brulle cime vicine e quelle lontane
ancora innevate e la fioritura stupenda dei prati sottostanti.
Nel bel mezzo di questo pianoro si trova il bivacco della sezione
CAI di Dimaro, molto carino e ben costruito.
E' già passato mezzogiorno ed è giusto stuzzicare
qualcosa prima di affrontare la vetta: "è quella là
in fondo che si vede la croce".
Sicuro: me l'hanno detto gli accompagnatori l'anno scorso.
Studiamo la traccia di sentiero per capire esattamente dove va perché
ad un certo punto sparisce: anche qui la neve ha portato via tutto.
Fatichiamo un attimo a superare questo tratto e poi diventa tutto
più leggero e divertente, soprattutto le ultime roccette
prima della cima dove vi troviamo un bel numero di persone arrivate
da altri versanti.
Il panorama è semplicemente MERAVIGLIOSO e ripaga veramente
di tutta la fatica.
Siamo a fianco del "Sasso Rosso" che è a 2.655
di quota, ma facile da salire e per questo ci ispirava di più
"quella là in fondo" con crestine e roccette, più
appagante e che richiede ovviamente anche più attenzione
nella discesa.
Nel punto critico di prima rimpiango gli scarponi invernali con
suola più aderente.
Sosta pranzo appena tornati al bivacco dove possiamo ammirare il
"Sasso" proprio sopra di noi mentre la nostra vetta è
la Cima Nana a 2.572 metri di quota.
Sono le due del pomeriggio e ci attende ancora un lungo ritorno
(lo stesso dell'andata che entra nella Val del Vento).
Anche se piccola, la sorgente dei "Tartari" ci va bene
lo stesso per rinfrescarci, l'unica incontrata su tutto il percorso,
mentre il torrente Meledrio che attraversiamo alla fine è
molto ricco di acqua.
La tentazione di entrare è forte ma ci dobbiamo accontentare
solo della frescura che ci regala, perché la strada forestale
che risale al parcheggio non finisce mai e ci arriviamo finalmente
alle cinque di sera.
Da qui rivediamo le nostre CIME che il sole illumina e colora proprio
di rosso.
Nel ritorno solo qualche rallentamento per i camioncini dei mercati
a Ponte di Legno, e ad Endine, solito inserimento delle laterali
del lago.
Per tenere sveglio il nostro bravo autista gliene raccontiamo di
tutti i colori e lo assicuriamo che molto più buono è
il caffè che la birra: vuoi mettere? Quella è più
buona a casa al fresco, sul terrazzo.
Dislivello 1.400 metri circa, persone incontrate sul percorso: nessuna.
Solo tre locali in un punto panoramico a guardare e a gustarsi la
loro bella vallata.
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