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USCITA GEM 2015 del 12 e 13 Settembre - rifugio Papa - Monte Pasubio
mt. 2232
Nell'ambito
della ricorrenza dei 100 anni dall'inizio della GRANDE GUERRA 1915-18
si è scelto questo itinerario che ci porta proprio sul territorio
dove si sono svolte le più cruenti e sanguinose battaglie.
Lasciamo le auto a Pian delle Fugazze, punto geografico che fino
al 1918 era confine tra regno d'Italia e l'impero austro-ungarico,
e con bus navetta raggiungiamo Bocchetta di Campiglia dove inizia
la Strada delle 52 gallerie, costruita in pochi mesi nel 1917 per
consentire spostamenti di soldati, rifornimenti di cibo e materiale
bellico, di nascosto dagli austriaci.
E' un'opera unica al mondo nel suo genere, un vero e proprio capolavoro
di ingegneria militare che sorprende per la sua arditezza; infatti
oltre alle gallerie anche la strada è stata intagliata nella
viva roccia per cui in alcuni tratti panoramici e spettacolari è
molto esposta.
Dal buio delle gallerie all'aperto, quasi sospesi sulla visuale
delle vallate sottostanti, in particolare la Val Canale, non si
può non pensare all'immane lavoro fatto.
Dopo circa tre ore e mezza arriviamo alle Porte del Pasubio e al
nostro bel rifugio Achille Papa, ora vistosamente dipinto, costruito
su resti di una baracca nel 1922 e ovviamente ampliato in seguito.
Nel pomeriggio cominciamo a esplorare la zona, per prima la "Cima
dell'Osservatorio" proprio dal varco alle Porte del Pasubio
e poi
, ma sì facciamo due passi proviamo un po' da
questa parte, praticamente attratti dalla particolarità del
terreno: resti di trincee, camminamenti, buche, postazioni, fino
ad arrivare alla cima Palon, con i suoi 2232 metri, la più
alta del gruppo, dove percorriamo alcune gallerie e scendiamo nella
cisterna.
Insomma c'era un bel movimento nelle viscere della montagna.
Da questa cima, una galleria portava direttamente al Dente Italiano,
sotto il quale sono ancora sepolti un centinaio di soldati, a causa
dello scoppio di straordinaria potenza dell'esplosivo accumulato
dagli austriaci in gallerie vicine a quelle italiane e fatto brillare
all'alba del 13 marzo 1918.
Si cercava di mantenere la posizione strategica fronteggiando il
nemico appostato sul Dente Austriaco ed è impressionante
oggi vedere la selletta fra i due Denti piena di detriti causati
dalle mine che hanno fatto saltare parte della montagna.
Torniamo al rifugio dove ci aspetta un'ottima cena.
La mattina seguente mentre ci si prepara per il nuovo giro, tra
le nebbie, si vedono apparire come fantasmi del passato un gruppo
di militari con le divise dell'epoca: dal rifugista veniamo a conoscenza
che proprio oggi c'è una "rievocazione storica"
organizzata dalle associazioni di fanteria delle Valli del Pasubio:
che emozione!
Prendiamo il sentiero "tricolore" che passa vicino alle
7 croci e andiamo direttamente al Dente Austriaco e alla selletta
dei 2 Denti (dove eravamo arrivati ieri) rientriamo all'Arco Romano
vicino al cimitero dove è in corso la rievocazione e cerimonia:
proprio qui hanno fermato il nemico e lo testimonia una scritta
in ferro battuto issata sopra un palo "Di qui non si passa"
Il rifugio è molto frequentato, ma il personale è
davvero organizzato e veloce.
La discesa è per la "Strada degli Eroi", un opera
ardita ricavata da una vecchi mulattiera, dedicata il 26 giugno
1938 ai valorosi militari italiani che per le loro gesta nel corso
delle battaglie sul Pasubio sono stati insigniti della Medaglia
d'Oro al Valor Militare: i loro nomi sono ricordati singolarmente
lungo tutto il percorso incisi in semplici lapidi di marmo.
Il panorama continua a essere meravigliosamente spettacolare, ma
purtroppo a metà cammino comincia a piovere.
Era previsto, ma siamo ormai alla fine ed in circa due ore arriviamo
direttamente a Pian delle Fugazze.
Una due giorni intensa di emozioni, difficile da dimenticare a cominciare
dalla "Zona Sacra" alla rievocazione storica a cui abbiamo
assistito, agli auguri di compleanno di Arturo appena "bisbigliati"
per non disturbare gli spiriti degli eroi che sicuramente vagano
sul luogo del loro sacrificio e vegliano facendo compagnia ai commilitoni
ancora sotto le macerie, insieme ad uno dei loro valorosi comandanti
che ha voluto riposare il sonno eterno vicino ai propri soldati:
il Generale degli Alpini Vittorio Emanuele Rossi, morto nel 1962.
La Storia più o meno la conosciamo tutti ma, vedere fa veramente
riflettere molto.
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