27 maggio: Festa
GEM alla Croce del Monte Linzone
Si
rinnova l'appuntamento annuale della celebrazione della Santa Messa
ai piedi della nostra amata Croce, tanto più che stavolta
la stiamo ricordando in maniera particolare, nientemeno scrivendone
la sua storia vera, molto vissuta e appassionata, dalla nascita
della prima idea fino alle manutenzioni-conservative attuali.
Ci diamo appuntamento direttamente a Valcava dove arriviamo da vari
punti: alcuni percorrono il sentiero della dorsale che impegna circa
40-45 minuti per la cima mentre altri preferiscono percorrere il
sentiero basso molto panoramico, aperto sulla grande distesa della
pianura, più facile e più corto.
Arriviamo al punto più alto, la nostra cima a 1392 metri,
alle 11,00/11,15 circa con nuvoloni neri e sparsi che impediscono
di ammirare il panorama stupendo che conosciamo bene e aspettiamo
don Andrea, Parroco della Roncola San Bernardo, che arriverà
verso mezzogiorno perché prima impegnato nella celebrazione
della Messa in ricordo degli aviatori morti nell'incidente aereo
avvenuto nel 1941 in questi paraggi; era quella una giornata nuvolosa,
vaporosa, come oggi e anche se esperti piloti la scarsa visibilità
provocò quel terribile incidente.
Nell'attesa del "Don" si chiacchiera con Raffaele, pastore
che controlla e segue gli animali al pascolo,
una conoscenza molto significativa, forse è addirittura parente
del pastore citato nell'opuscolo della nostra storia e conferma
le difficoltà di allora, quando non c'erano sentieri e salire
alla cima era decisamente andare allo sbaraglio, anche perché
una volta giravano solo pastori e mucche.
Raffaele controlla anche un nutrito gregge di pecore che assieme
all'erba nuova cercano di mangiare anche i fiori del nostro altare
di sassi.
Raffaele nel pieno della sorpresa dice che per l'altare ci vuole
una bella pioda (pietra), più grande e più adatta:
"
la porte ché mé!".
E' a pieno titolo il custode del Linzone, molto simpatico conosciuto
casualmente qualche mese fa è davvero sorpreso di vedere
tanta gente raccolta e approfitta molto volentieri dell'occasione
per assistere alla quarta messa che don ANDREA celebra oggi.
Anche il "Don" è felicissimo e non può mancare
a questo appuntamento che dura da quasi 20 anni, da quando ha iniziato
la sua carriera sacerdotale nel bel paese di Mozzo mantenendo sempre
un legame speciale tra di noi nonostante il suo "peregrinare"
nelle varie Parrocchie.
Raffaele nel frattempo, è talmente incredulo di quanto sta
avvenendo intorno a lui che manda foto ai familiari per testimoniare
che è tutto vero altrimenti non ci credono.
Finalmente arriva Don Andrea, sempre in gamba e le sue parole durante
l'omelia semplici e concrete,arrivano
direttamente al cuore (per questo piace molto a Raffaele e commuove
Luisa).
"Questa Croce è simbolo della nostra Fede, lascia
comunque un segno non sempre visibile; chi arriva e la tocca, chi
recita una preghiera, chi la guarda solamente e chi è del
tutto indifferente.
Non importa: l'alone della spiritualità avvolge tutta l'aria
intorno e nel tuo intimo ti senti parte del creato. Fermati, percepirai
tutto questo."
Finita la cerimonia
l'aria è ancora freddina e umida anche se non piove e prima
di sistemarci per il pranzo al sacco il nostro previdente mitico
Don ci invita a scender e ci apre la casetta sotto.
Questa si che è una bella sorpresa e che onore pranzare all'interno
di una tipica abitazione di una volta (è gestita dagli Alpini)
e dotata di tutti gli elementi necessari.
Risolto il problema consumiamo le nostre cibarie comodamente seduti
e Don Andrea ci chiede una ventina di opuscoli (ancora in stampa)
che pensa di distribuire direttamente a personaggi importanti il
2 giugno in occasione di ricorrenze e feste varie in Roncola: ci
tiene a far conoscere il nostro racconto e probabilmente la storia
genuina che coinvolge il territorio ha suscitato interesse e curiosità.
E' sempre un piacere la compagnia del DON ma rimane con noi solo
il tempo per un panino, un croccantino e due amichevoli chiacchiere:
purtroppo i numerosi impegni lo richiamano al dovere.
Comunque dopo il mirto di Abramo possiamo tornare tutti insieme
alle macchine percorrendo il sentiero basso perché in caso
di pioggia come da previsioni, prenderemmo meno acqua essendo il
più corto ma... dobbiamo però zigzagare fra le mucche
di Raffaele che sentendosi a casa loro, sono pacificamente sdraiate
a ruminare sul sentiero.
Al passo di Valcava c'è un notevole movimento di bici e moto
e c'è anche il baretto occasionale che andava bene questa
mattina, ma ora un buon caffè lo vogliamo gustare in un vero
bar; offre tutto la Rosi con il Gigi per festeggiare l'imminente
matrimonio della figlia: auguri!
Molto contento, ammirato e felice è il Sig. Giampiero Ubiali,
uno dei maggiori artefici della costruzione della Croce, assieme
al vivacissimo Abramo, perché dopo trent'anni è riuscito
a salire e tornare a rivedere e toccare la sua Croce.
La gioia gli si riflette negli occhi luminosi e sognanti che lo
riportano indietro di almeno 60 anni.
E' una bella eredità questa Croce che ti invita a salire
per regalarti bellezza e pace che solo su questo magico monte si
percepisce: un'eredità che dobbiamo custodire gelosamente
e conservare come una presenza preziosa e amica per tantissimi anni
ancora.
Alla prossima!
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