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giugno 2022 - Cima Lemma m 2348
Dopo un corposo passaggio nuvoloso con copiose piogge e temporali
del venerdì (molto necessari), il sabato arriva limpido,
azzurro con un'aria fresca e frizzante.
Partiamo alle 7 da Mozzo per San Simone in alta Val Brembana, fino
a poco tempo fa un'ambita località per sciatori ed ora non
più così fiorente, vuoi per la scarsità della
neve, vuoi per impianti fermi e vetusti e altre vicissitudini; addirittura
è trascurato e malmesso l'ultimo tratto di strada che arriva
ai parcheggi, ma per fortuna la bellezza di questo posto rimane
inalterata: ti riempie il cuore ancor prima di scendere dalla macchina.
La conca è circondata da bellissime e notissime cime e svariati
sono gli itinerari; ci avviamo per la baita dei Camosci dove il
rifugista, volontariamente, si impegna a spiegarci i vari punti
interessanti da vedere e percorrere: se vai di qui
, poi
,
la forcella di là
, ecc., ecc., ma bontà sua
non sapeva chi avesse di fronte. Infatti, siamo stati qui parecchie
volte sia d'estate che d'inverno, conosciamo bene questi luoghi
e proprio perché tutto ci piace, torniamo volentieri da queste
parti.
Bepi addirittura, era venuto qualche giorno prima per un giro d'ispezione,
ma ha trovato brutto tempo e non ha potuto completare la sua escursione-
Proseguiamo quindi per la nostra meta, la cima di Lemma e man mano
ci si alza il panorama si amplia e cambia ed a ogni metro
stop per le foto.
Al Passo di Lemma, bel punto strategico, Gigi, come capogita offre
alle escursioniste un buon caffè che precisa l'ha fatto proprio
lui per le "signore".
Palmiro guida e ci precede sulla cresta a tratti impegnativa che
divide la Val Brembana dalla Val Tartano e forma le cime di Lemma,
mentre in lontananza e molto in basso vediamo le nostre auto parcheggiate;
è veramente molto bello, bello e belle le distese coloratissime
di rododendri che ricoprono i fianchi delle montagne e il giallo/verde
dei prati e a completare questo quadro idilliaco c'è un cielo
così terso che non sempre si trova accompagnato da una temperatura
ideale per questa escursione.
Sono circa le 11 e siamo arrivati su una cima che qualcuno insinua
non sia la nostra meta, senza una croce o altro, ma non c'è
dubbio: una targhetta fissata a terra poco distante indica chiaramente:
Cima LEMMA metri 2348.
Una occhiata al circondario, sul Pegherolo, il Cavallo, più
distante il Badile, il Cengalo, le cime sopra Foppolo e tante altre
ancora.
Scendiamo per l'altro versante che si presenta molto, molto ripido,
e in breve siamo al Passo Tartano che si può raggiungere
anche dalla Val Tartano (Valtellina), dove si trovano ancora dei
resti delle trincee della Linea Cadorna della GRANDE GUERRA che
dal passato ci portano direttamente con il pensiero ai giorni nostri
con quel senso disarmante che tutte le guerre, purtroppo sempre
in atto, portano con sé.
Prima della sosta pranzo vogliamo avvicinarci e vedere più
da vicino i tre famosi laghetti del "Porcile", azzurrissimi
e invitanti, ma la temperatura dell'acqua smorza ogni idea stravagante.
Torniamo al Passo Tartano per pranzare e dallo zaino del previdente
Gigi sbuca una bella corda d'arrampicata: se fosse stato necessario
saremmo stati in buone mani.
In un'oretta abbondante, contornando il nostro Lemma e trascurando
l'indicazione per Cambrembo di Valleve, siamo di nuovo alla Baita
del Camoscio per birre e bibite varie per la gioia del rifugista
e soprattutto nostra, però di camosci e animali vari non
ne abbiamo visto nemmeno l'ombra.
In 15 minuti circa siamo alle auto e torniamo direttamente a Mozzo
senza intoppi.
Tempo impiegato circa 6 ore totale, dislivello solo 700/750
Giornata e compagnia numerosa oggi: Excelsior!
Alla
prossima!
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