23 Febbraio - Monte Cornizzolo m 1240

Dopo 10-15 giorni di temperature primaverili, proprio oggi in occasione della nostra uscita al Cornizzolo, il meteo ci regala il passaggio di un fronte freddo e perturbato con nuvolosità diffusa e un drastico abbassamento delle temperature (fino a dieci gradi), costringendoci a mettere in atto l'abbigliamento a "cipolla".
Non ci scoraggiamo e alle 7,30 siamo pronti alla partenza da Mozzo, consultandoci prima sul da farsi in quanto è cambiato l'itinerario stradale perché si è deciso di salire al Cornizzolo da Civate anziché da Canzo (nel bel mezzo del triangolo Lariano); la ricognizione di alcuni giorni prima fatta da Gino lungo il percorso originale in programma, ha certificato la presenza di ghiaccio in alcuni punti particolarmente insidiosi, ritenendo così più sicuro il versante da Civate.
Lasciamo le auto in località Pozzo e ci incamminiamo per il sentiero n. 10; dopo dieci minuti circa ad un bivio siamo tentati di proseguire per il Corno Birone che si allontana un attimo al di là della valle, ma considerando il cielo nuvoloso e le nebbie insistenti, riteniamo non sia conveniente.
Continuiamo sul vecchio viottolo lastricato, nella Valle dell'oro, lungo un percorso caratterizzato da un lavoro straordinario di cura del sentiero fino all'antico convento dei Monaci Benedettini (fino al 1611), la cui storia inizia nel 772 con Desiderio Re dei Longobardi.
Dopo varie vicissitudini, dal 1927 monsignor Polvara (pittore e architetto) si prese cura di tutto il complesso, iniziando i primi restauri che durano ancora oggi con i volontari civatesi, mantenendo bellissima tutta la struttura alla basilica di San Pietro al Monte Pedale (antico nome del Cornizzolo).
Si tratta di una delle più belle e importanti Chiese romaniche della Lombardia.
Grazie al custode che gentilmente ci ha aperto tutte le porte della Chiesa, ci fermiamo ad ammirare tutti i particolari del complesso, gli affreschi, gli archi, la cripta, ecc.
Ripartiamo, ed ora il percorso si trasforma in un normale sentiero di montagna, sassoso, con balzelli, a volte ripido, sempre immersi nel bosco fino ad arrivare al rifugio Marisa Consiglieri della società S.E.C. a 1050 metri che si trova in un'ampia conca distesa tra il monte RAI e il Cornizzolo.
La zona attorno è ricca di interessanti resti di storia geologica: i campi solcati del monte Prasanto, il Sasso Malascarpa, massi erratici, il sentiero geologico attrezzato con pannelli (verso Canzo), ma il Cornizzolo è solo una bella punta erbosa che si raggiunge in 20 minuti dal rifugio e che saliamo seguendo le roccette perché il sentiero a lato è pieno di ghiaccio.
Sali, sali, occhi a terra, intorno non si vede niente per la nebbia e improvvisamente…, tocchiamo la bella e grande Croce di ferro; ovviamente il panorama lo vediamo con la fantasia, sappiamo che ci sono tante belle cime attorno e verso la pianura alcuni laghetti.
A mezzogiorno siamo nel rifugio (chiuso) per il pranzo in compagnia di alcuni simpaticissimi ciclisti in arrivo della Franciacorta.
Nessuno di noi conosce l'altra parte del sentiero che forma l'anello, ma sappiamo però che c'è il "solare" n. 11 che scende lungo i prati con piacevole andamento.
Adesso che le nuvole e la nebbia si sollevano, vediamo alle nostre spalle la cima del Cornizzolo innalzarsi ed allontanarsi sempre più e davanti a noi la meraviglia dei laghi originatisi per azioni di sbarramento delle morene frontali dei ghiacciai: Annone, Oggiono, Pusiano e Alserio di modeste profondità, il più profondo è quello di Pusiano con appena 24 metri, ma sicuramente molto suggestivi dal punto di vista panoramico.
Lungo il percorso, incontriamo degli interessanti manufatti: sono le "casote", ripari costruiti con sassi e terra sfruttando i punti più adatti del sentiero, disseminati un po' ovunque, sicuramente utili in caso di pioggia, ma soprattutto in passato per le genti che abitavano e lavoravano le terre alte.
Sempre piacevolmente arriviamo alla località Pozzo e quindi alle macchine finendo la nostra bella escursione che sarebbe stata più piacevole con qualche raggio di sole, ma così ha deciso il meteo e noi ci accontentiamo.
Dopo una sosta caffè in un bel bar, ma silenzioso perché lo schermo trasmetteva la partita dell'Atalanta che purtroppo stava perdendo, rientriamo a Mozzo verso le 16,30.

Dislivello circa mille metri
Tempo per la salita 2,45 ore e due orette per il ritorno.
Alla prossima!


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