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Ottobre - Lago d'Avert m 2309
Potrebbe ritenersi l'ultima uscita del 2019 in quanto quella programmata il 9 novembre è da considerarsi quasi una passeggiata che finisce a mezzogiorno con il classico "Vin Brulé" e conclude "alla salute" l'anno escursionistico. Quella di oggi invece, programmata in origine al 19 ottobre e rinviata per il brutto tempo, è piuttosto tosta e parte poco prima dell'entrata nel paese di Valbondione in Alta Val Seriana dal piccolo parcheggio del deposito pullman. Il sentiero inizia subito con una pendenza sostenuta che prosegue per una mezz'oretta. Ogni tanto qualche freccia indica o le baite Redorta o qualche agriturismo, il tutto nel fitto bosco in prevalenza di nocciolo, faggio, carpino, querce, eccetera fino a sbucare dopo circa due ore alla luce chiara della giornata praticamente estiva, alla struttura-opere prese d'acqua e la condotta forzate dell'acqua raccolta con ingegneria straordinaria per la centrale idroelettrica dei Dossi. Piccola sosta e poi si riparte sempre su sentiero con una pendenza sostenuta, anche a ridosso di pareti rocciose e traversi molto esposti, fino al Pozzo Piezometrico, posto su un terrazzo a picco sulla valle. Altra sosta, ma qui ci si rende conto del percorso che si sta facendo praticamente quasi in verticale sulla zona di partenza, ma adesso viene il bello. Il sentiero si inerpica sempre più ripido; è pur vero che ci sono alcuni zig-zag con curve strette che ti fanno guadagnare quota e anche dei lunghi traversi che ti danno l'illusione di arrivare al laghetto: "si, deve essere qui dietro questa cunetta", spera qualcuno e invece il sentiero fa una svolta e prende un altro lungo traverso: "allora è dietro all'altra punta". Nemmeno questa volta, anzi il sentiero si inerpica sempre più, risale un canale roccioso e passa proprio in mezzo a due elevazioni e finalmente quando meno te l'aspetti ecco il nostro limpido, silenzioso laghetto infossato sotto una parete e aperto sulla valle: meraviglioso! Che acqua fresca, trasparente: giusto il tempo di immortalare questo angolo intimo e immobile e rinfrescare i piedi che arriva Mauri il quale, come un fotografo professionista, è alla ricerca della luce e della posizione migliore per scattare le foto. "Esci dall'acqua" mi dice bonariamente perché muovendo solo due passi a bordo del lago si crea una leggera ondulazione nell'acqua che si propaga per tutto il laghetto guastandogli appunto, la particolare sensazione che un simile specchio d'acqua sa regalare in una giornata limpida e senza vento. Via via arriva il resto del gruppo, anche le ragazze che pensavano di fermarsi a metà strada, con grande coraggio e orgoglio raggiungono la meta. Che panorama: il Diavolo con il suo Diavolino, il Madonnino con il gruppo del Cabianca, il Pradella nonché il Salina e sotto in fondo alla vallata, Valbondione, Lizzola; una visione stupenda. Si riparte alle 13,30 per lo stesso percorso dell'andata (durato 3,30/4 ore) e in circa 3 ore abbondanti arriviamo alle macchine superando i 1400 metri di dislivello sempre su forti pendenze anche in discesa. E' bellissimo camminare nel bosco frusciando su tappeti di foglie secche; le calde tinte autunnali che disegnano una meravigliosa tavolozza di colori, i profumi che ci circondano insieme alla splendida giornata appena trascorsa, sono uno dei regali più belli e generosi che la Natura, la Montagna, ci regala. Tutto questo è costato della fatica è vero, ma proprio in questa fatica si ritrova il senso delle cose, il senso che proprio dalla conquista derivata dalla fatica stessa, nasce il valore più profondo, così come il godimento delle bellezze che ancora le nostre montagne, la Montagna, offre con tanta generosità. Una birra e caffè in compagnia e lisci fino ad Albino, dove incontriamo rallentamenti nella normalità del sabato. Partiti da Mozzo alle 6,45 ci ritorniamo alle 18 circa dopo una bellissima escursione molto appagante, soprattutto considerando che per alcuni era del tutto nuova. Alla prossima! |