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Marzo - Punta Almana m 1390
Anche se l'escursione non è lunga preferiamo non partire troppo tardi (da Mozzo ore 7): abbiamo qualche chilometro da fare fino a Sale Marasino e non vogliamo correre rischi. Giunti sulla sponda bresciana del lago di Iseo, si passa sotto a un ponte e si risale per varie viuzze fino alla località Portole. Sono quasi le 9 quando ci incamminiamo su carrareccia cementata che serve parecchie casere sparse sul percorso e tutte segnalate, in salita moderata ma a tratti anche parecchio ripida; dopo una santella e la casa "Noase" (metri 864), in un'oretta arriviamo alla "Forcella di Sale". Si fa riferimento al percorso 3V Filippo Benedetti e a quello della Brigata Giustizia e Liberta Barnaba segnalato con italici colori: verde-bianco-rosso. Al bivio della Forcella di Sale (metri 1108), si può proseguire verso la zona del Guglielmo, ma si "deve" salire qualche metro a sinistra dove si apre un panorama maestoso sul lago e dove si pratica il parapendio. Al bivio crocevia procediamo a destra della santella lasciando la Val Bassa e addentrandoci nella Val d'Inzino. La Punta Almana divide il Sebino dal solco della Val Inzino e la Val Trompia e finalmente prendiamo un vero sentiero di montagna che piano piano contorna tutta la sagoma del complesso della nostra Punta. Usciti dal bosco il sentiero con lunghi traversi e tornanti esposti sulla profonda vallata, prosegue fino all'ultima sella dove si incrocia il sentiero proveniente dal percorso attrezzato e ci si presenta la bella croce di vetta che raggiungiamo in 10/15 minuti a quota 1390 metri. Sono già presenti una decina di persone sotto la croce e guarda caso alcuni ciclisti di Bonate e Villa d'Almè. Sostiamo una bella mezz'ora osservando tutto il panorama: in primo piano il Guglielmo, il Trenta Passi, le Orobie, le Prealpi bresciane, uno sguardo sull'Adamello, ma d'altra parte siamo su un balcone privilegiato sul lago d'Iseo. Stupendo: i lago si vede nella sua interezza con la famosa Montisola. Scendiamo dall'altro versante con attenzione perchè il percorso è molto "aereo" e in forte pendenza, ma molto panoramico, però il sentiero oggi è bello; non troppo asciutto-polveroso né bagnato. Stiamo percorrendo il "Dosso Pelato" e arriviamo alla curiosa Croce di Pezzolo, in ferro mezzo arrugginito e quasi nascosta. Sono le 12,30 ed approfittiamo di una vicina baita chiusa per pranzare con una sostanziosa, rilassante e armoniosa sosta. Siamo già scesi a 937 metri e attraverso un prato superiamo l'agriturismo Pastina; rimangono circa duecento metri scarsi di dislivello per arrivare al punto di partenza quindi ci aspettiamo un sentiero piuttosto pianeggiante e tranquillo, ma improvvisamente entriamo in una specie di canale, sassoso, che ci fa penare ancora un bel quarto d'ora, ma ormai ci siamo. Alle macchine osserviamo molto soddisfatti il percorso fatto; è davanti a noi e non sembra vero aver realizzato tutto questo giro in due ore e mezzo fino alla Punta e altrettanto per il ritorno, con un dislivello di 850/900 metri. La zona è molto frequentata, chi va di corsa, chi in bici, chi passeggia, c'è anche chi scherzosamente trova la croce sempre spostata: " era qui". In effetti, da questo versante la si vede da molto lontano e arrivarci il percorso sembra più lungo. Ora però ci vorrebbe un buon caffè, ma i ristori sono molto affollati, ci fermeremo dopo a quel bar là o quell'altro di là , ma imboccata la superstrada non abbiamo più trovato un bar adatto a noi e del caffe abbiamo solo immaginato l'aroma. Dovremo ritornarci per completare al solito le nostre escursioni? Perché no! E' davvero una bellissima uscita con panorami stupendi. Alla prossima! |