GIORNATA DELL'OMINO DI PIETRA (clicca per la slideshow)

5 agosto 2018: storia della giornata dell'Omino di Pietra "Un Segno Amico"

Dopo la bella esperienza con la conquista del record mondiale della cordata più lunga del mondo, ottenuta il 9 luglio 2017 con il simbolico "Abbraccio alla Presolana", la Sezione del CAI di Bergamo ha proposto per quest'anno un'altra simpatica iniziativa che ha tenuto in movimento soci e simpatizzanti montanari.
In pratica, la proposta del CAI è stata quella di stimolare le varie sottosezioni e i gruppi escursionistici a lavorare per rendere più sicuri e visibili i percorsi delle nostre belle Orobie, non solo fino ai rifugi, ma da questi alle cime dove spesso i sentieri diventano solo tracce.
Quindi per guidare al meglio gli escursionisti ecco spuntare "Un Segno Amico", un bell'ometto di pietra, ecologico e sempre molto importante, costruito qua e là magari nei punti critici, quando non si sa dove andare perché si è su una pietraia o un prato, dove i punti di riferimento vengono meno: vedere l'omino significa che la strada è giusta e quindi si procede sicuri.
Iniziano quindi una serie di incontri preparatori presso la sede del CAI di Bergamo dove vengono elencate le Vette, e quindi i relativi sentieri da sottoporre ad una sorta di "maquillage" con la costruzione, ove necessario, degli "ometti di pietra".
Tra le varie cime proposte il GEM ha "adottato" l 'Ortighera, cima che ci ispirava, anche se modesta nella sua quota e poco frequentata, ma che richiede una lunga salita percorrendo un sentiero di selvaggia bellezza lungo la Valle Parina.
La data ufficiale per la celebrazione della giornata è fissata per domenica 5 agosto, ma essendo il percorso piuttosto lungo e poco frequentato, preferiamo cominciare già il 30 aprile per avere un'idea del sentiero e del da farsi, facendo il giro completo da Scalvino e subito costruiamo due ometti al bivio per Zorzone.
Valutato il lavoro da compiere, iniziamo il 30 giugno (2a uscita) partendo da Scalvino iniziando sfalciando al meglio erba e arbusti e liberando il sentiero da parecchi rami nonché costruendo altri due omini nel bosco, provvedendo nel contempo a riverniciare e ripulire la segnaletica presente (quella che più necessitava) per circa 6 km.
Il lavoro prosegue il 1° luglio con partenza sempre da Scalvino (3a uscita) per rifinire gli sfalci e continuare per circa 10 km raggiungendo l'incrocio per Dossena dove costruiamo due bellissimi omini di pietra in direzione Zorzone.
Da notare che il sentiero fin qui è quasi totalmente a strapiombo sul torrente, molto stretto e non consente distrazioni; anche l'erba alta nasconde il suolo e non basta sfalciare per ripulire questo tratto di sentiero dove però rinnoviamo per bene la segnaletica.
Il 14 luglio (4a uscita) il gruppo dei volontari GEM parte di buona lena per raggiungere velocemente il punto d'arrivo dell'uscita precedente (bivio per Dossena), ma prima innalziamo un paletto all'inizio ed uno alla fine di un'area sabbiosa a circa 20-25 minuti dalla partenza da Scalvino e risistemiamo due omini (abbiamo nel gruppo l'esperto carpentiere e non si scherza).
Dal bivio per Dossensa, proseguiamo arrivando al bivio per il Passo Ortighera che si intuisce per via di una Z e una O dipinte su un enorme masso, ma ormai del tutto scolorite; chiaramente visibile invece il cartello CAI che segnala il percorso 259 per Scalvino-Zorzone.
Provvediamo quindi ad evidenziare per bene e rifare due ometti in direzione Ortighera: siamo in cinque ben attrezzati e proseguiamo spediti fino alla baita Ortighera; al bivio con il sentiero diretto "dei pali", costruiamo un altro omino.
Dalla baita Otighera al Passo omonimo, il sentiero è buono, fila via tranquillo, ma al Passo ci vuole proprio un bel Segno Amico e i "muratori" provvedono subito a fare le fondamenta e costruire un ometto misto legno e pietre che con il tocco finale di vernice bianca e rossa fa bella mostra di se.
Terminiamo la quarta giornata, scendendo a San Francesco - Lenna per sentiero n… (?): non troviamo numerazione quindi provvediamo ad avvisare la "Commissione sentieri" del CAI informando che alla partenza c'è il cartello segnaletico per Passo Ortighera e cima Menna, ma poi nessun altra indicazione.
Il giorno successivo (15 luglio, 5a uscita), il giro è più corto perché partiamo direttamente da San Francesco.
Giunti al Passo Ortighera, scriviamo con vernice bianca sul traliccio della corrente la scritta "Passo Ortighera", quindi continuiamo fino alla cima su sentiero a tratti bello e a tratti invaso da rami.
Liberiamo il sentiero al meglio di quanto possiamo fare e mettiamo un paletto dopo la baita del Ghiro alla fine del prato per indicare l'entrata nel bosco ed un altro paletto a fine bosco per indicare la direzione della cima.
Da qui il dislivello che rimane da compiere è di 80/100 metri, ma sembra d'entrare in una vera e propria giungla con erba altissima e centinaia di maggiociondoli: in questo tratto siamo obbligati a fare moltissimi segni sulle piante per arrivare finalmente al punto più alto, dove qualche anno fa Carmine individuando la cima, ha legato due legni piantando così la sua croce che ancora resiste.
Pulizia dell'area attorno e posa di fiori di campo.
5 agosto 2018, giornata dell'Omino di pietra e nostra 6a uscita.
Siamo in sette oggi e saliamo da Lenna San Francesco lungo il sentiero che tra le altre cose si presenta parecchio rovinato a causa anche del passaggio di numerose moto da trial e arriviamo al Passo Ortighera in due ore circa.
Al Passo, notiamo che manca la parte sommitale del nostro ometto anche se rimane ben visibile: sarà uno scherzo delle pecore che sono qua attorno, ma almeno hanno ripulito con il loro pascolare il praticello successivo.
Troviamo un po' di fango per via delle recenti piogge, ma prima di iniziare l'ultima salita alla cima raccogliamo sassi e pietre per la costruzione di due ometti nel boschetto di maggiociondoli e di quello finale.
Arriviamo finalmente in vetta e di nuovo i "muratori" scavano il terreno per rinfrancare la croce "storica" di Carmine (due legni un po' malconci con nuovo legaccio per tener su le braccia), vi costruiamo attorno un bel doppio omino e orgogliosamente piantiamo la bellissima targa fatta dal nostro bravo Abramo.
Chiunque arrivasse qui anche per caso, da adesso sa di essere in cima all'Ortighera m.1631 come bulinato sulla targa: "trop bèla" dice il Bepi.
Piazziamo bandiere e gagliardetti CAI e GEM, fiori e foto con biglietto di testimonianza di posa della Croce e alla fine un bel brindisi alla riuscita del nostro lavoro realizzato in cinque uscite più il completamento di oggi, quindi scendiamo al Passo per la meritata sosta pranzo
Una precisazione: l'erba alta della volta scorsa nel tratto "della giungla" è completamente spianata, forse dalla pioggia? dal vento?
Dopo la sosta ripartiamo per il rientro, ma scendiamo lungo la Val Parina che è il percorso ufficiale assegnatoci dal CAI anche se lunghissima e ne approfittiamo per costruire altri due ometti sotto la baita Ortighera, sicuramente utili in discesa.
La giornata è caldissima e appena arrivati al torrente è bello bagnarsi nelle acque fresche prima di riprendere il cammino sull'ultima parte di sentiero della bella e selvaggia valle che a nostro parere avrebbe bisogno della messa in sicurezza in più tratti del lungo percorso (di questo, abbiamo già informato più volte il CAI nella persona del Presidente e alla Commissione Sentieri, in occasione delle riunioni organizzative di questo evento).
Missione orgogliosamente e adeguatamente compiuta.

Pronti per la prossima!



G.E.M. Gruppo Escursionistico Mozzo      E-mail: info@gem-mozzo.it